Lafcadio. Il leone che mirava in alto

 

 

Imparare a sparare è facile. Difficile è capire chi è il nemico. “C’era una volta un piccolo leone che si chiamava… in verità io non so come si chiamava perché viveva nella giungla con un mucchio di altri leoni e se aveva un nome non era di sicuro Gianni o Ernesto o roba del genere. No, era piuttosto un nome da leone, forse Grrrauf o Ruggrrg o Grmmfff o Grrrrr. Non c’è dubbio, aveva un nome così.” Allegro e socievole, voleva far amicizia con tutti. Anche con il cacciatore. Inutilmente però. Quello era deciso a sparargli. E così non gli restò che mangiarselo in un sol boccone. Tutt’intero, scarpe e berretto compresi. Ma non il fucile. Con quello cominciò a esercitarsi, e divenne infallibile. Lo scoprirono ben presto i cacciatori: di tutti quelli che s’avventurarono nella giungla nessuno fece ritorno.

La sua fama passò i continenti, e anche l’oceano. E arrivò all’orecchio di Finchfinger, il proprietario del più grande circo americano, che gli fece una proposta che non poteva rifiutare: marshmallows – i dolcetti delizia di tutti i bambini e di tutti i dentisti – a colazione, pranzo e cena in cambio delle sue esibizioni sotto il tendone. Detto fatto, il nostro giovane leone divenne Lafcadio, e il fucile più famoso del circo dai tempi di Buffalo Bill. Londra, Mosca, Parigi… ovunque un successo clamoroso. E col successo, la ricchezza. Ma anche la noia. Di marshmallows non ne poteva più. Provò il golf, la pesca subacquea, il pattinaggio, la musica, il ballo, persino la pittura. Niente da fare, depressione totale. Finché gli fu proposta una battuta di caccia al leone in Africa… Un libro avventuroso, esilarante e commovente. Un classico della letteratura per ragazzi.

Edizione italiana e inglese

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